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Esercizi spirituali: appunti per cominciare

26 domenica Apr 2015

Posted by fucitrieste in percorso spirituale

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Esercizi spirituali sant'Ignazio

BibbiaGli esercizi spirituali sono propriamente esercizi per lo spirito, il cui fine è l’incontro intimo e personale col Signore. Ignazio li struttura sul mese, dividendolo in quattro singole settimane. Il fine della I settimana è conoscere se stessi e Dio, attraverso il Suo sguardo. Nella II si ricerca la modalità attraverso la quale Dio parla nel proprio stato di vita (vocazione). La III e la IV hanno come obiettivo il mantenimento della fede nella vita quotidiana, la contemplazione nell’azione. Le settimane possono essere vissute separatamente e ripetute più volte durante il corso della vita.

  • Esperienza della settimana

Con settimana non si intende necessariamente 7 giorni: nel libretto “Esercizi Spirituali” S. Ignazio suggerisce la possibilità di accorciarla od allungarla a seconda delle esigenze dell’esercitante. Sono giorni di ritiro dal mondo, in cui ci si apre con dedizione totale all’ascolto e al dialogo con la Parola. I tratti fondamentali di questa esperienza sono un senso di isolamento pacifico,  di distacco dallo spazio e dal tempo, segnati dalla preponderanza del silenzio; silenzio che è condizione fondamentale alla Parola intima, personale e viva di Dio con ognuno degli esercitanti. Il corso è tenuto da guide che istruiscono ogni giorno gli esercitanti in due momenti principali -prima mattina e primo pomeriggio- dando loro degli spunti di preghiera su determinati passi biblici, cui segue la preghiera e la meditazione personale. Ogni esercitante è seguito personalmente da una guida spirituale che incontra brevemente ogni giorno per verificare difficoltà e progressi del cammino spirituale e della preghiera. I momenti comunitari consistono nei pasti, nei momenti di istruzione alla spiritualità ignaziana, nella preghiera e nella messa quotidiane, nei quali permane tuttavia il silenzio.

  • Meditazione: il metodo ignaziano

La meditazione consiste nella preghiera personale a partire usualmente da un passo biblico. Alcune note: ogni giorno vengono dati 4 o 5 spunti di preghiera: un testo biblico che viene brevemente spiegato e a cui viene associata una breve e precisa grazia da chiedere durante il tempo di preghiera.

Innanzitutto due premesse: il TEMPO e lo SPAZIO

  • il tempo dev’essere preciso, dev’essere deciso prima del tempo di preghiera e dev’essere rispettato.
  • lo spazio scelto va concepito come luogo sacro, dev’essere un aiuto al luogo interiore della mia anima. S. Ignazio suggerisce di “venerare” il luogo sacro scelto per “il tempo di un Padre Nostro”, di varcare lo spazio prescelto con un gesto, un segno fisico: un segno di croce, un inchino, il togliersi le scarpe..

La meditazione consta di tre elementi

  • Presenza: pensare con quanto amore Dio mi sta guardando ora, contemplare lo sguardo di Dio; pronunciare la grazia associata allo spunto di preghiera, che è il grido del cuore, va ripetuta più volte e resa propria. Con essa torno alla preghiera quando vengo distratto.
  • Meditazione: assaporare, masticare la Parola, leggerla e rileggerla finchè qualche versetto vibra in maniera diversa, una parola mi colpisce. Lì mi fermo; dice infatti S. Ignazio: “non è il tanto sapere che riempie e soddisfa l’anima, ma il sentire e gustare le cose internamente”.
  • Colloquio: parlo col Signore come con un amico. Mi devo mettere in una condizione di nudità spirituale, e parlare con Lui nell’intimità.

Riassumendo, uno schema potrebbe essere questo:

  1. Mi viene dato un passo del Vangelo, la spiegazione e la grazia da chiedere:
  2. Scelgo un luogo dove “ritirarmi”.
  3. Decido con precisione il tempo di preghiera e resto fedele alla decisione.
  4. Entro nel luogo prescelto con un segno.
  5. Mi metto in presenza del Signore.
  6. Entro con una preghiera del cuore, o un’invocazione allo Spirito Santo.
  7. Chiedo la concentrazione.
  8. Leggo il passo biblico scelto, più volte.
  9. Composizione di luogo: mi figuro con l’immaginazione la scena; S. Ignazio dice “componer mirando el lugar”, ovvero “comporsi guardando il luogo”.
  10. Chiedo la grazia.
  11. Comincio la meditazione: utilizzo tutte le mie facoltà: intelligenza, memoria, desiderio.
  12. Colloquio: parlo al Signore, come con un amico.
  13. Conclusione: chiudo la meditazione con una breve preghiera di ringraziamento.
  14. Revisione: cambio luogo e molto brevemente segno come è andato il tempo di preghiera in relazione alla Parola, al metodo e al sentimento con cui ho vissuto la preghiera.

Sulla strada di Sant’Ignazio: all’origine degli Esercizi

26 domenica Apr 2015

Posted by fucitrieste in percorso spirituale

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Esercizi spirituali sant'Ignazio

Ignazio_di_Loyola_2Dopo la pausa invernale il nostro gruppo FUCI ha intrapreso un percorso spirituale di conoscenza e approfondimento della spiritualità ignaziana, complice un resoconto entusiasta di un’esperienza di esercizi spirituali. Nella nostra diocesi di Trieste, che può contare sulla preziosa presenza dei gesuiti, è stata offerta l’occasione di un corso di esercizi spirituali serali in preparazione della Quaresima, curato proprio da loro. Vista la felice coincidenza si è impostato un percorso che si è articolato in due incontri preparatori sulla figura di S. Ignazio e sulle peculiarità della sua spiritualità prima della settimana di esercizi cui è seguita un’ultima serata conclusiva. I nostri incontri sono stati curati da Gianni Spina, dell’associazione Cardoner che ci ha messo a disposizione tutto il suo tempo, la professionalità, la cortesia e l’entusiasmo. Siamo partiti con una sorta di istantanea sulla figura di Ignazio di Loyola leggendo brani tratti dalla sua autobiografia per poi tratteggiarne la spiritualità attraverso il libro degli Esercizi Spirituali e vari altri documenti ed articoli (tra gli autori Marko Rupnik e Carlo Maria Martini).

Ignazio nasce nei Paesi Baschi nel 1491 da famiglia abbiente. “Assorbito dalla vanità”, si diletta in guerre e combattimenti da valoroso cavaliere fino ai 26 anni, quando, seriamente colpito ad una gamba da una granata, viene costretto ad una lunga e penosa convalescenza. Vinto dalla noia, finiti i libri d’avventura si arrende alla lettura degli unici libri presenti in casa: l’Imitazione di Cristo e alcune vite dei santi. Ignazio si contraddistingue sempre per la sua forza di spirito, per l’animo focoso, energico ed entusiasta: comincia lui stesso a notare che, come si infuocava nel sognare duelli ad occhi aperti, allo stesso modo leggendo le vite dei santi si immaginava una vita di santità radicale – ma questo pensiero gli donava, in più, un senso di felicità duratura che nel primo non trovava. Proprio qui Ignazio comincia a gettare le basi per i suoi Esercizi Spirituali, cominciando a parlare di discernimento degli spiriti e mozioni interiori.

Ignazio in questa esperienza personale inizia a distinguere tre diverse origini dei pensieri: ci sono pensieri nostri propri e pensieri esterni di due tipi: quelli che provengono dallo “spirito buono”, che è il Spirito Santo, quindi provenienti da Dio, e quelli che provengono dallo “spirito cattivo”, ovvero dal nemico, dal tentatore. Da qui comincia un viaggio all’interno di sè che, procedendo quasi per prove ed errori, lo conduce via via a fare esperienza della grazia di Dio e su questa base prendere ogni decisione. Così nasce il suo metodo di discernimento spirituale, un prezioso tesoro della Chiesa universale.

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